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Locazione: quali sono le imposte da pagare?

Locazione: quali sono le imposte da pagare?

Come funziona e quali imposte versare

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Pubblicato il 08-10-2019

1. L'IMPOSTA DI REGISTRO.

La registrazione è indispensabile affinché questo risulti valido. Deve essere versata l’imposta di registro, una tassa che grava sia sull’affittuario che sul proprietario: per gli immobili ad uso abitativo ammonta al 2% del canone annuo.

Per gli immobili strumentali invece è pari all’1% del canone annuo, se la locazione è effettuata da soggetti passivi Iva. Infine, per i fondi rustici l’imposta di registro è pari allo 0,50% del totale annuo moltiplicato per il numero delle annualità.

Se il contratto di locazione è a canone concordato riguardante un immobile situato in un Comune “ad elevata tensione abitativa” è prevista una riduzione del 30% della base imponibile sulla quale calcolare l’imposta.

2. L'IMPOSTA DI BOLLO

Al momento dell’avvio del contratto è richiesto anche il pagamento dell’imposta di bollo, da versare per ogni copia del contratto da registrare. L’onere è pari a 16 euro ogni 4 facciate scritte delll’atto e, comunque, ogni 100 righe.

3. L’IMPOSTA SUI CANONI DI LOCAZIONE

Dato che i canoni di locazione costituiscono un reddito per il proprietario, devono essere dichiarati ogni anno e, quindi, tassati ai fini Irpef. Sta al locatore scegliere tra due diversi regimi di tassazione:

·         IL REGIME FISCALE ORDINARIO: in questo caso l’ammontare dei canoni, ridotto in modo forfettario del 5%, è qualificato come reddito fondiario e confluisce nel reddito complessivo tassato con l’Irpef;

·         LA CEDOLARE SECCA: regime di tassazione opzionale che prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva di Irpef, addizionali regionale e comunale e imposte indirette di registro e di bollo relative al contratto di locazione. La tassazione dei canoni avviene in misura fissa, pari al 21% del canone per i contratti a canone libero (di durata 4+4 anni) o al 10% del canone per i contratti a canone concordato (di durata 3+2 anni).

Il proprietario che sceglie di avvalersi di tale opzione rinuncia alla possibilità di chiedere l’aggiornamento del canone di locazione.

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